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Le risposte ai questionari di M. L. E. Moreau de Saint Méry

        Nelle risposte ai questionari, gli accenni all’emigrazione, per quanto concerne la pianura e la collina, sono scarsi, anche se, ad esempio, in relazione agli abitanti di Mezzani si legge: «Essendo numerosa la popolazione rispetto alla quantità di terreno, così i poveri sono molti, che nulla possiedono» e:«Laboriosi, ed industri: Molti passano una parte dell’anno nei paesi esteri p[er] lavorare nell’agricoltura e nell’arti analoghe alla med[esi]ma perché il paese non dà tanto da vivere».
         G. A. Comaschi, nell’ampia relazione datata da Corniglio il 29 novembre 1803, annotava, tra l’altro: «Generalmente parlando gli abitanti tutti della Giurisdizione di Corniglio sono poveri, stante principalmente la pochezza del terreno culto, e la sterilità del medesimo. Dire si può, che la maggior parte di essi, terminata la messe ha mangiato il raccolto, e spesse fiate puranche le sementi, onde le terre rimangono o in tutto, o in parte incolte».
         Tra le risposte relative al Bercetese si legge: «In generale il terreno messo a coltura è fertile ed il sarebbe maggiormente, se non mancassero le braccia al necessario lavoro. All’entrar dell’autunno la maggior parte de villani passano in Corsica, per ivi vivere tutto l’inverno, e solo a Primavera avvanzata si restituiscono alle loro case. La loro occupazione è segare i legni che in quelle selve atterrano, e portarne il guadagno alle loro famiglie»; si legge anche che «Vi sono moltissimi poveri nella Giurisdizione, ma pochi sono quelli che vanno mendicando nel Paese, calando tutti alla Pianura».
         A proposito del comune di Pellegrino, si riferiva che «La coltivazione trascurata, e li molti boschi che per servire alle Saline [di Salsomaggiore] devono così lasciarsi, costringono una gran parte degli uomini ad emigrare pel vitto specialmente in Primavera. Quelli poi che sono inetti a procacciarsi altrove l’alimento restano mendicanti in tutta la Giurisdizione. Dalle cognizioni rintracciate dai Parochi si rilleva che nella Primavera emigrano da circa seicento quaranta persone, e nell’Autunno poco meno di duecento. Questi per lo più si recano nel Bresciano, sul Cremonese, e Lodigiano: oltre la perdita che si ha in questa emigrazione di tante braccia lavoriere si fa il malaugurato acquisto di morbi epidemici, che particolarmente in questi ultimi tempi portano gli stessi Abitatori restituendosi sul cominciar della State nelle loro ville»[Gli abitanti della Giurisdizione che andava fino a Metti, e Carpadasco, erano 4.462 secondo il censimento del 1802].
        Ed ancora: «Il carattere e l’indole di questi Giurisdizionali generalmente è umano ed accostevole. Si devono però eccettuare li communi di Metti, Borla e Pozzolo, i quali specialmente in questi ultimi tempi hanno dato Colpevoli di furti e rapine. Il lucro che traggono gli Abitanti dei tre Communi predetti trasportando frumento e melica nel Bardigiano a cui confinano li mette bene spesso in disgrazia presso il nostro governo; da ciò ne viene che sorpresi si ragunano o nel vicino Bosco così detto di Craviago o in altri punti dello Stato per assassinare li viandanti».
        «Gran parte degli abbitanti della Giurisdizione abbandonano le loro case per andare in Oltremontani Paesi relativamente a noi; in Francia, in Germania, nella Spagna ed altrove, parte con bestie da spettacolo, parte con pocche merci per procacciarsi vitto, e guadagno, e quantità ancora per vari mesi del Anno vanno ad abitare nelle Pianure segnatam[en]te della Lombardia, ed in tal guisa si capisce, come non possa sussistere il Carattere loro per così dire primigenio. Si scorge per altro in essi qualche disposizione ad aprendere e penetrare poiche in qué che girano il Mondo si comprende maggiore esperienza; essi sono più entranti, e più scaltri, che quelli che dimorano continua[men]te nel nativo distretto, e che quelli, che sono nativi della Pianura»

(Le risposte al questionario sono consultabili presso la Biblioteca Palatina di Parma nel Fondo Moreau de Saint Méry)
 

L'Ottocento

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