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Le meraviglie dei ciarlatani

        I ciarlatani: si tratta di quasi 600 nomi (diversi dei quali, però, ripetuti più volte) di cui, purtroppo, soltanto in pochi casi è indicato il luogo di provenienza); ve n’erano di piemontesi (Alessandria, Torino), lombardi (Bergamo, Brescia, Cremona, Mantova, Milano), veneti (Venezia, Verona), toscani (Firenze, Livorno, Lucca, Siena), emiliani (Piacenza, Modena, Bologna, Ferrara) romagnoli (Lugo, Ravenna, Rimini), marchigiani (Camerino), umbri (Foligno), romani, napoletani, palermitani, provenzali, francesi; di Corfù, di Praga, ecc.; tra di essi, una cinquantina - quasi tutti provenienti dalle valli del Taro e del Ceno - erano sicuramente parmigiani.
         [Archivio di Stato di Parma, Rubrica regesti e copialettere (1741- 1806) - Periodo Borbonico; vol. 254 anno 1788; vol. 257, anni 1789-91; vol. 261, anni 1792-93; vol. 265, anno 1795]
         Molti chiedevano di suonare, cantare, ballare, da soli o assieme a famigliari (mogli, figli) o compagni (dare un’accademia di violoncello; suonare il tamburro, il cinfolo, e la piva; suonare la Viola organizzata e cantare; far vedere diversi spettacoli consistenti in commedie e balli; ballare «per tutto il corrente carnevale co’ suoi compagni»; cantare con un quadro rappresentante un fatto o far vedere una statua e cantare storie con un compagno; cantare e vendere una relazione; cantare ed esitare relazioni di fatti d’armi; oppure, cantare istorie sacre, o «canzoni oneste con sua madre»).
         C’era chi chiedeva di vendere canzonette, «libri de’ pianeti», relazioni (la presa di Belgrado; una relazione e sentenza di morte o la relazione della Giustizia seguita in Parma); chi chiedeva d’improvvisare o di dare un’accademia di poesia estemporanea.
         Numerosi coloro che facevano mostra di animali (far vedere e giuocare agnelli e canarini; far giuochi con uccelli; far giuochi con serpi; far vedere diversi serpenti e cani chinesi; un porcospino, e far ballare i burattini; la foca marina; far giuocare cani, scimie e di far vedere un manzo; far vedere un bue di rara qualità, un orso bianco; far vedere animali matematici, ecc..)
         Diversi i burattinai, a volte con curiosi accoppiamenti di attività (chiede di far ballare i burattini per 20 giorni col permesso anche di vendere saponette), i giocolieri (chiede di far figure e balli sulla corda; di far forze ed equilibri; di esercitare equilibri sul fil di ferro; di far un volo sulla fune nella piazza di Guastalla, ecc..) e i cavallerizzi (dare nella Cavallerizza un divertimento d’equitazione e giuochi all’inglese sopra diversi cavalli; far giuochi sopra cavalli con la sua compagnia; fare diversi giuochi sopra cavalli e sulla corda); vi era chi, eclettico, chiedeva di tener accademia di scherma, di suonare e cantare; naturalmente, erano numerosi coloro che chiedevano di far giuochi co’ bussolotti
         Il Secolo dei Lumi faceva sentire la sua influenza anche sui ciarlatani; vi era, infatti, chi domandava di far giuochi numerici o di far vedere figure matematiche; chi di poter far vedere la Camera Optica o la Camera Ottica matematica o la lanterna magica; oppure far vedere diverse figure movibili o diverse macchine rappresentanti città, castelli, ecc., o, addirittura, il Mondo Novo; chi chiedeva esporre al pubblico una macchina di fuochi artificiali, senza polvere, nè fumo o di esercitare diverse operazioni matematiche, e fisiche e chi di poter vendere giuochi matematici e mecanici, ecc..
         Altri, chiedevano di far vedere figure di cera, talora removibili, eventualmente, di esitarle; con qualche brivido si legge di coloro che chiedevano di far vedere un uomo gigantesco o un uomo di picciolissima altezza, per non dire di un nano senza mani, e braccia, di uno o diversi corpi mostruosi, o d’eseguire diversi giuochi e facendo vedere un aborto.
         Per fortuna, altri si volgevano al genere religioso, chiedendo di far vedere un'immagine di Nostro Signore Gesù Cristo, o la sua Passione (in cera), o l’Ecce Homo; oppure un’immagine di Maria Vergine o Madonna della Speranza; la statua di Sant’Antonio o altri; vi era chi chiedeva di vendere libri di devozione, magari abbinandolo con il far giuochi; di cantar orazioni per venti giorni in questa città; di vendere e cantare l’orazione della Samaritana.
         Numerosi erano i venditori di diverse picciole cose; vi era chi chiedeva licenza per vendere saponette e polvere d’inchiostro; chi per vender lumini, e terra da levar macchie, oppure segreti da levar macchie, o, ancora, terre da levar macchie, nonché libretti e canzonette stampate; di fare e vendere bottoni unitamente alla moglie e figlia oppure di vendere diversi colori da miniare. Forse, il più eclettico era colui che chiedeva di vender orazioni, cantare e levar denti; forse le prime due attività servivano per agevolare la terza.
 
 

Il Settecento

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