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Emigranti a Cremona nel Settecento

        Ecco alcuni esempi, spigolature colte qua e là nel vastissimo archivio della parrocchia di Sant’Ilario.
- nel 1732, il 7 gennaio, Caterina Bracchi, della parrocchia di Sant’Apollinare, sposò Biagio Strinati; il 29 dello stesso mese, Agata Maria Fulgoni sposò Giovanni Guglielmo Cornetti; di entrambe si scrive «ex loco Bardi diocesis placentinæ, nunc vero habitantem in hac parœcia»;
- il 13 aprile 1743 si sposarono Antonia Monteverdi figlia di Lazaro e di Maria Lusiardi, coniugi della parrocchia di Sant’Apollinare, e Bartolomeo Caffarelli del fu Giovanni e di Giulia Ferrari «coniugi un tempo della parrocchia di Bardi, ora dimoranti a Cremona nella parrocchia di Sant’Apollinare»; uno dei testimoni era Simone Monteverdi, della stessa parrocchia.
- nel 1734, il 27 luglio, Maria Fulgoni, un tempo abitante nella parrocchia di San Bassano, «nunc vero in hac Sancti Apollinari», sposò Giuseppe Maria Baffi, nato in loco «Insula diocesis placentinæ», già abitante, a Cremona, nella parrocchia di Sant’Agata, in quella di San Leonardo e ora in quella di San Bassano.
- il 2 agosto 1740, Margarita Fiori, nata e abitante a Sant’Apollinare, sposò Giuseppe Carozza nato in «Villa Mariani Pelegrini diocesis parmensis», ora abitante nella parrocchia di Santa Vittoria di Cremona; il celebrante, curato della parrocchia, delegato dal parroco, si chiamava Bernardino Lusiardi; come si vede, anche la parte della Val Ceno appartenente alla diocesi parmense aveva rapporti con Cremona; inoltre, il cognome del sacerdote denota la sua origine bedoniese.
- il 7 gennaio 1733, Agata Teresa Arcari, detta Celestina, «ex parœcia S.ti Lucæ nunc vero habitantem in pio loco Sancti Alexij intra hac parœciam» sposò Antonio Maria Botti abitante nella parrocchia dei Santi Nazzaro e Celso, «alias in ea Sancti Bartolomei»; il pio loco era l’Ospedale di Sant’Alessio dei poveri mendicanti; com’è facile immaginare, per essere accolta in tale Istituzione, la persona (maschio o femmina) doveva essere mendica o miserabile, nata a Cremona o nel suo distretto o aver abitato in città (o suo territorio) da dieci anni continui; i matrimoni delle ospiti di Sant’Alessio non erano rari.
- il 26 aprile 1735, si sposarono in Sant’ Apollinare due vedovi: Maria Rapetti e Domenico Lusiardi; il celebrante era, anche in questo caso, don Bernardino Lusiardi; lo stesso celebrerà, il 2 gennaio 1738, le seconde nozze della vedova di un altro Lusardi, Angelo Maria, Caterina Bracchi, della parrocchia, nonché, il 28 agosto 1739, di Maddalena Margarita Musa, della stessa parrocchia (già di quella di San Bassano).

 - non era, peraltro, l’unico sacerdote con cognome di origine bedoniese operante, in quel tempo, a Cremona; il priore della parrocchia di San Silvestro che, il 6 agosto 1737, battezzò Laura Teresa figlia di Antonio Capellino, era Giacomo Caramati; Francesco Gaetano Matteo, figlio di Pasquale Raffi, nato nel successivo mese di settembre, fu invece battezzato «a me Bernardino Lusiardi Curato Sancti Apollinaris ex comisione [...] Jacobi Caramati hujusEcclesiæ Parochialis Sancti Silvestri Prioris».


         Il primo volume degli indici comprende i battesimi amministrati nella parrocchia di sant’Ilario negli anni tra il 1789 e il 1802; degli 832 battesimi riportati, quasi la metà riguarda neonati il cui cognome può essere considerato originario delle valli del Taro o del Ceno; si tratta di quasi 30 battesimi all’anno, in media, con minimo di 18 nel 1797 e massimo di 41 nel 1795 (ovviamente, così procedendo, si trascurano tutti i nati di cui soltanto la madre aveva un cognome riferibile ai nostri paesi).
         I cognomi che ricorrono pi di frequente sono i Gentilini (62), Moglia (52), Zanelli (35), Botti (23), Arcari [o Archeri] (22), Minoli (21), Lusiardi [Lusardi] (17), Felloni e Musa (16), Rossi (17), Zazzali (15), Chiappari (13), Bertorelli (10) e, poi, Franchi; Besagni, Beati, Chiesa, Manfredi, Soprani; Perelli, Sidoli, Zanlupi; Bracchi; Agazzi, Barbieri, Bruni, Platoni; Alpi, Cavalli, Figoni, Grisi, Monte-verdi, Nobilini, Roffi; Belli, Bertolotti, Brigati, Cardinali, Mazza, Squeri e Tedaldi.
         Le nascite di questo gruppo di persone presentano una accentuata stagionalità; se si suddivide l’insieme dei nati (nei 14 anni) per mese di nascita, si ha un massimo di 63-73 nati nei tre mesi da febbraio ad aprile mentre, nel periodo da luglio a dicembre, i nati non superano i 15; da notare che una così accentuata stagionalità non si riscontra tra gli altri nati della parrocchia.

          I decessi sono registrati, nel volume esaminato, fino al giugno del 1808; si può calcolare che i defunti di probabile origine valcenese o valtarese siano stati oltre un terzo del totale; i cognomi che si incontrano pi spesso sono quelli dei Moglia (61), Gentilini (60), Zanelli (53), Botti, Musa e Rossi (25), Zazzali (23), Felloni (22), Arcari [o Archeri] e Lusiardi (20), Chiappari (15), Minoli (14), Monteverdi, Sidoli, Soprani e Zanlupi (9) e gli altri, citati a proposito dei battesimi ai quali si potrebbero aggiungere anche gli Antoniazzi, Carpanini, Dal[l]ara, Galli, Garibaldi, Ghiorzi, Grilli, Guatelli, Molinari, Moruzzi, Rabaiotti, Ratti, Rolé, Roleri [o Rolleri], Segadelli, Silva, Sozzi, Strinati, cognomi degli abitanti dei nostri villaggi (o dell’immediato retroterra ligure); la loro incidenza percentuale era dunque, certamente maggiore.

         La stagionalità è netta anche per quanto concerne i decessi, ma meno accentuata che nel caso dei battesimi, con il minimo nei mesi di agosto e luglio ed il massimo nel mese di marzo; complessivamente, nei sei mesi tra dicembre e maggio i decessi furono quasi il triplo di quelli degli altri sei mesi; per gli altri defunti della parrocchia, invece, la differenza tra i due semestri era limitata.

         Sono riportati i matrimoni celebrati tra il 1789 e il 1806, che furono 381; nella metà di essi, almeno uno dei coniugi era di origine valcenese o valtarese; in ottanta casi (oltre un quinto del totale), entrambi i contraenti provenivano dalle nostre valli; tra le mogli, i cognomi pi frequenti erano quelli delle Moglia (20), Gentilini (19), Zanelli (17) e Zazzali; seguono Arcari [e Archeri], Musa, Felloni, Botti, Perelli ecc.; tra i mariti, gli Zanelli (19), i Gentilini e i Moglia (17), e poi, gli Zazzali, Arcari [e Archeri], Botti, Beati, Minoli, Felloni, Lusiardi, Musa ecc.; numerosi i matrimoni tra coniugi con lo stesso cognome; Gentilini in sei casi, Moglia, Zanelli e Zazzali in tre casi, Arcari, Botti e Felloni in due ecc..
        Anche i matrimoni dei nostri emigrati presentavano una accentuata stagionalità: quasi la metà (86 su 190) furono celebrati nei soli mesi di gennaio e di febbraio; nei semestri da novembre ad aprile ne furono celebrati 150, mentre nei semestri tra maggio e ottobre, soltanto 40; anche i matrimoni degli altri parrocchiani presentavano una certa stagionalità, ma molto meno accentuata.
         Per contro, se si osservano i matrimoni celebrati nei nostri villaggi, soprattutto nei comuni vicini al crinale, si nota come si concentrassero nei mesi di agosto e settembre; esisteva, quindi, una sorta di complementarietà tra le celebrazioni dei matrimoni nei luoghi di origine (tra estate ed autunno) e nei luoghi di emigrazione (tra inverno e primavera).
 

Il Settecento

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