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Nel XVIII secolo i girovaghi delle valli del Taro e del Ceno sapevano procurarsi orsi, cammelli, scimmie ed altri animali di origine esotica; con questi animali, giravano l’Europa, ed arrivavano anche in Finlandia, o in Persia, «per procacciarsi il vitto», mostrandoli al pubblico e improvvisando “spettacoli” di strada.
Era questa una delle forme più originali – anche se non la sola: altri facevano i venditori ambulanti di inchiostro o di altri oggetti, oppure i segantini o i giornalieri di campagna, quando non erano costretti a rifugiarsi nell’accattonaggio - della incessante lotta ingaggiata per superare lo squilibrio tra i bisogni della popolazione e le risorse che essa riusciva a trarre dal territorio. Lo squilibrio era così forte che nel Monchiese e nel Cornigliese vigeva un rigido costume per cui, per ciascuna generazione, poteva sposarsi un solo figlio.
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