I documenti di cui disponiamo riguardano, per il Seicento, soprattutto i rapporti, molto intensi e duraturi, dei montanari parmensi con il Regno Lombardo, in particolare con Cremona.
Questo principalmente per gli uomini e le donne delle valli del Taro e del Ceno, per i quali disponiamo di ampi elenchi, ma anche, sia pure in minor misura, per gli abitanti della fascia rivierasca del Po, come mostrano i permessi rilasciati in applicazione dell’editto “di Caprarola”.
Partivano alla ricerca di una migliore condizione di vita; ad esempio, Giuseppe Soncini di Mezzano il 25 agosto 1696 chiedeva “di andare a servire fuori dal Stato” “essendo Giovine senza haver alcun mestiere con il quale possi guadagnarci il vitto”
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